Siamo oramai abituati a imbarcarci sui traghetti con i nostri camion e furgoni; ti sei mai chiesto come abbia fatto quella nave a venire al mondo?
La storia della costruzione navale si perde nel tempo; oggi, tuttavia, è una faccenda molto più complicata e sofisticata rispetto ai tempi in cui si mettevano insieme le zattere con tronchi e corde. I traghetti sono solitamente assemblati in un cantiere navale, dove gli addetti, i carpentieri navali, utilizzano quasi esclusivamente acciaio saldato. Questi operatori sono specialisti in ingegneria navale.
Costruzioni navali in tempo di guerra
La moderna industria navale è nata da una rivoluzione attuata durante la seconda guerra mondiale, quando la richiesta di navi era così grande da forzare un approccio inedito ai metodi di costruzione. Prima del conflitto mondiale, gli Stati Uniti avevano prodotto solamente due navi cargo in quindici anni. Nel 1942, i tempi di costruzione si erano ridotti da una media di otto mesi a qualche settimana, a volte persino qualche giorno. Questo enorme sviluppo fu portato dall’introduzione di sezioni modulari prefabbricate che venivano costruite all’esterno e trasportate in cantiere. Questo permise a operai con competenze relativamente limitate di assemblare le imbarcazioni a grande velocità, portando alla costruzione di migliaia di navi all’anno.
Tecniche moderne di costruzione
La moderna cantieristica navale utilizza metodi simili a quelli adottati con il sistema di produzione di massa durante la seconda guerra mondiale, dove la maggior parte della nave è composta da sezioni pre-assemblate che vengono poi saldate in posizione, un metodo che si definisce ‘a blocchi’. Nuove tecnologie permettono inoltre alle sezioni di includere impianto idraulico, elettrico e altri componenti che minimizzano i tempi di montaggio una volta terminato lo scafo. Il nuovo sistema di costruzione si è diffuso in tutto il mondo, aprendo al settore del trasporto merci via mare nuovi paesi e mercati.
Cantieri navali nel mondo
Per quanto l’origine delle imbarcazioni di grandi dimensioni sia all’ovest, alcuni cantieri navali europei furono tra i primi a chiudere negli anni ’60 a causa della concorrenza dei cantieri situati nei paesi asiatici. L’Asia era in grado di offrire soluzioni più economiche e tempi di produzione ridotti. Tra il 2007 e il 2011 il numero di persone impiegate nell’industria è calato da 150.000 a circa 115.000, continuando a scendere ogni anno.
La cantieristica navale è sempre stata un’industria interessante per i paesi in via di sviluppo. Il Giappone ha governato il mercato negli anni ’50 e ’60, fornendo soluzioni a basso prezzo per ripristinare la sua reputazione industriale, mentre la Corea del Sud è entrata nel mercato negli anni ’70. Oggi, la Cina domina l’industria navale, con il 35% delle commissioni globali con cantieri quali Jinling e Yantai CIMC Raffles. I clienti includono molti degli operatori di traghetti che programmano di ampliare la loro flotta, quali DFDS e Stena Line. La Cina si è portata a guidare il settore, nel suo ruolo di produttore efficiente, a basso prezzo e alti volumi, quando la Corea del Sud ha subito la crisi finanziaria del 2008/10.
L’Europa possiede ancora un’industria navale di successo, con realtà quali Flensburger, che ha recentemente consegnato il nuovo traghetto ro-pax della Irish Ferries W.B Yeats, e Cammell Laird, che è attualmente impegnato nella costruzione di un nuovo traghetto per la Red Funnel. Gli scozzesi della Ferguson Marine stanno inoltre lavorando sul nuovo MV Glen Sannox per la Caledonian MacBrayne.
Quindi, la prossima volta che vedi un traghetto salpare da Dover, oppure stai aspettando l’imbarco a Liverpool, è probabile che la nave sia stata saldata insieme in Cina, Germania, Scozia oppure a Liverpool!